La misericordia di Dio ha vinto la morte

Cristo-è-risorto!Quest’anno celebriamo la Pasqua nel bel mezzo del Giubileo della Misericordia. Nella Bolla di indizione del Giubileo il papa Francesco ci ricorda che «Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre…..Misericordia è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre, nonostante il limite del nostro peccato».
Nella nostra esperienza quotidiana riconosciamo di far fatica a credere che la misericordia sia l’atteggiamento alla fine vincente, più umano, più capace di vincere le chiusure, le violenze, le ingiustizie che sperimentiamo e che vediamo attorno a noi. Anche perché scambiamo la misericordia con la tolleranza o con un debole “lasciar fare” che, giustamente, non ci convince perché ci sembra vicino all’indifferenza e all’impotenza.
L’immagine di Dio che abbiamo ereditato dalla teologia antica e dalla catechesi che abbiamo ricevuto da bambini è quella di un Dio impassibile e immutabile, onnipotente “essere perfettissimo”. Senza negare la verità di queste affermazioni, oggi abbiamo riscoperto l’immagine di Dio che viene dalla Bibbia più che dalla metafisica. Già nel libro dell’Esodo Dio rivela il suo nome a Mosè: «Il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es. 34,6).
Dio ama il suo popolo come una madre ama la sua creatura, tanto che nell’Antico Testamento il nome con cui si chiama la misericordia è quello delle “viscere materne”, dell’utero materno. Nel Nuovo Testamento la misericordia del Padre ci è rivelata in Gesù, nelle sue parole e nei suoi gesti, soprattutto nella sua Pasqua di morte e risurrezione. La sofferenza di Gesù come uomo è nello stesso tempo la sofferenza di Dio.
«In Gesù Cristo Dio si è fatto uomo affinché alla misericordia non mancasse la “con-sofferenza”» (Scheeben). Per la Bibbia infatti la con-sofferenza di Dio non è espressione della sua imperfezione della sua debolezza e della sua impotenza, ma è proprio espressione della sua onnipotenza. Come scrive il card. Kasper nel suo libro “Misericordia”, «E’ l’amore sovrano di Dio ad essersi, per così dire, abbassato e ridotto con l’incarnazione allo stato di schiavo. Egli non è stato sopraffatto dal dolore, ma si è esposto volontariamente al dolore e alla morte. Proprio così egli, che è più forte della morte, potè vincere nella morte la morte. “Morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita”» (Prefazio del tempo di Pasqua).
Cerchiamo di tradurre queste riflessioni alla nostra vita concreta. Se la vita di Gesù e la sua morte sono state caratterizzate dal dono di sé per amore, nella risurrezione il Padre ha confermato questo stile di vita come quello veramente e pienamente umano. Quando allora noi mettiamo in pratica le opere di misericordia e lo facciamo con amore, nello stile di Gesù, permettiamo alla forza di vita nuova scaturita nella risurrezione di trasformare la nostra vita e la vita dei nostri fratelli. Quando condividiamo la sofferenza di un malato, quando facciamo compagnia ad un anziano solo, quando ci impegniamo per la giustizia e per una vita più dignitosa di chi è in difficoltà, testimoniamo la vittoria della misericordia sulla morte e contribuiamo alla nascita e alla crescita di una nuova umanità, quella appunto rivelata nella Pasqua di Gesù.
Buona Pasqua a tutti e a ciascuno!

Don Paolo

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