…OGGI TI HO VISTO…

occhi-cristo“Vogliamo vedere Gesù” (Gv 12, 21), questa è la richiesta che un gruppo di greci fanno all’apostolo Filippo e che ispira il cammino della nostra Chiesa Mantovana in sinodo. Questa è la curiosità che muove i pastori e i magi verso la stalla di Betlemme e…chissà se è anche veramente la mia Signore. Nell’avvento ho provato a convincermi che tu vieni per incontrarmi ogni giorno e la notte di Natale mi sforzo di capire che sei nato per me, per salvarmi e cerco di convincermi adorandoti nel bambinello posto nel presepio ma… scusa, a volte ci vedo solo un pezzo di legno ben intagliato…non sei veramente tu!
Era tutto più facile e più magico il Natale quando ero piccolo! Mi domando dove sei ora, dove ti posso vedere, dove ti posso indicare? Ieri spulciando sulla bibbia per preparare un ritiro mi è capitato il brano di Marco, la chiamata dei primi discepoli. Mi sono fermato a rileggerla, quasi svogliatamente. Mi sono detto “devo preparare una riflessione sul Natale! Cosa perdi tempo Nicola! Questo è un brano vocazionale e per giunta c’è un mare e dei pescatori! Non dei pastori e una bella nevicata che fa da sfondo alla scena! Possibile che ti perdi così?”. Ma poi ho intuito. Tu, per parlarmi, vai anche fuori stagione. Veramente la parola scritta nel Vangelo è Parola viva ed efficace se accolta non distrattamente perché, magari, già sentita tante volte ma mai ascoltata.
Per imparare “a vederti” prima, forse, devo riscoprire come Tu “vedevi”, “guardavi”, “osservavi” le persone che incontravi, le giornate che vivevi, il mondo che abitavi. Che bello… Gli occhi di Dio “si son fatti carne” e si aprivano al mondo ogni mattina proprio come i miei. “Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori” (Mc 1, 16). Niente di più normale e quotidiano Gesù. Quante volte questa scena si ripeteva da generazioni lungo quel lago salato che la tua gente chiamava “mare”. Quanti uomini si indaffaravano intorno a quelle barche e a quelle reti magari gioendo per la riuscita di una buona pesca o inveendo per una nottata persa. Eppure, quel giorno, i tuoi occhi hanno visto, hanno cercato, si sono concentrati solo su due volti, due pescatori, due storie. Lì hai chiamati con il loro nome togliendoli da una giornata apparentemente anonima e hai dato loro un nome nuovo. Lì chiamavi a “vederti”, “conoscerti” per poter poi affidare loro il compito di “far vedere” te ai loro fratelli. In questa giornata che si apre o che è a metà del suo corso o che si sta concludendo passi sul mare del mio quotidiano e lo fai nuovo con il tuo sguardo. Vedi me e gli altri come un prodigio e mi chiami a scrutare me stesso, le persone e le cose come te. Non superficialmente ma come un prodigio. Non come un aggrovigliarsi monotono e ripetitivo delle solite cose che mi possono capitare tutti i giorni, che mi annoiano e in cui non trovo mai niente di nuovo. Ma come l’occasione di appassionarmi ad un “vedere diverso”, come il tuo, un “vedere” che sa meravigliarsi e scoprire che tu “fai nuove tutte le cose” anche questo Natale.
Auguri Gesù!

Tuo Don Nicola

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